Mi pare che questa condizione ambigua della scrittura di viaggio, che sembra nascere lentamente, liberarsi a fatica dalle sue condizioni embrionali per compiere un cammino non sempre luminoso, sia stata molto bene intuita da Jean Mesnard quando, nel 1986, in prefazione ad una raccolta di studi su Les rcits de voyage promossa dal C.E.R.H.I.S., scriveva:
crire le voyage: nul art ne semble relever davantage d'une imitation sans profondeur.